Nel corso degli anni la problematica autistica in Trentino ha coinvolto sempre più utenti, familiari, scuole e centri educativi, tanto da richiedere un intervento coordinato tra l'attività delle associazioni di genitori, quelle del servizio pubblico e le iniziative del privato sociale.
L'Associazione Genitori Soggetti Autistici del Trentino ETS (A.G.S.A.T.) rappresenta un riferimento per le famiglie di soggetti con autismo e/o con sindromi correlate e, al tempo stesso, raccoglie dati, informazioni, bisogni per formulare nel futuro programmi di intervento utili alla problematica dell'autismo.
STORIA
A.G.S.A.T. nasce nel 1999 per volontà di alcuni genitori che sentivano l’esigenza di fornire ai figli delle terapie rispondenti ai loro bisogni. All’inizio si è sviluppata come un centro a carattere prevalentemente sanitario, successivamente, con l’avanzare degli studi e delle conoscenze, ha ampliato il suo raggio d’azione, offrendo gradualmente sul territorio trentino un servizio che si sta completando.

Attualmente A.G.S.A.T., che è convenzionata con l’APSS (Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento), con la regia di uno specialista in neuropsichiatria che supporta le famiglie e supervisiona le terapie, offre percorsi abilitativi di logopedia, neuropsicomotricità ed educativa per i bambini e i ragazzi da 0 a 18 anni, propone attività educative, socializzanti, di attivazione dei prerequisiti lavorativi per ragazzi dai 15 anni e per adulti. Su richiesta delle scuole e dei Centri di Formazione Professionale, individua educatori per assistere alunni e studenti nel loro percorso scolastico.
A.G.S.A.T. ETS persegue il proprio scopo di rispondere a esigenze di tipo abilitativo sanitario-sociale per soggetti con autismo e/o con sindromi correlate, attraverso la creazione e implementazione della rete entro la quale la persona e la sua famiglia sono inserite.
MISSION
L'Associazione A.G.S.A.T. (Associazione Genitori Soggetti Autistici del Trentino ETS) ha struttura democratica e non ha scopo di lucro. Essa persegue esclusivamente fini di solidarietà nel campo dell'assistenza sanitaria e sociale, della ricerca scientifica, della formazione degli operatori, della tutela dei diritti civili e del miglioramento della qualità di vita a favore di persone autistiche e/o con sindromi correlate, affinché a tali persone sia garantito il diritto inalienabile ad una vita libera e tutelata, il più possibile indipendente nel rispetto della propria dignità e del principio delle pari opportunità.

Un'associazione, quindi, che rappresenta un riferimento e che al tempo stesso raccoglie dati, informazioni, bisogni per formulare nel futuro programmi di intervento utili al miglioramento della problematica dell'autismo.
COSA FACCIAMO
Formazione
La formazione dei professionisti avviene previa analisi dei fabbisogni formativi rispetto alle esigenze e agli scopi dell'Associazione.
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Intervento Abilitativo
L'intervento sanitario offre una risposta qualificata in termini di diagnosi clinica e funzionale, consulenza alle scuole e alle Istituzioni, presa in carico terapeutica, riabilitativa, educativa, sociale, a favore di soggetti affetti da autismo e delle loro famiglie.
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Intervento
Socio-Abilitativo
Questo percorso si basa su attività finalizzate allo sviluppo di abilità individuali nell'ambito delle autonomie personali, di gestione dell'ambiente esterno, sviluppo dei processi comunicativi adattati alle competenze dell'utente, adattamento, partecipazione e integrazione con il territorio.
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L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine del neurosviluppo biologicamente determinato ad esordio precoce e che perdura per tutto l’arco di vita.
L'AUTISMO
Criteri per la diagnosi di Disturbo dello spettro dell'autismo secondo il DSM V
(quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali):

1. Deficit della reciprocità socio-emotiva, che vanno, per esempio, da un approccio sociale anomalo e dal fallimento della normale reciprocità della conversazione; a una ridotta condivisione di interessi, emozioni o sentimenti; all’incapacità di dare inizio o di rispondere a interazioni sociali.
2. Deficit dei comportamenti comunicativi non verbali per l’interazione sociale, che vanno, per esempio, dalla comunicazione verbale e non verbale scarsamente integrata; ad anomalie del contatto visivo e del linguaggio del corpo o deficit della comprensione e dell’uso di gesti; a una totale mancanza di espressività facciale e di comunicazione non verbale.
3. Deficit dello sviluppo, della gestione e della comprensione delle relazioni, che vanno, per esempio, dalle difficoltà di adattare il comportamento per adeguarsi ai diversi contesti sociali; alle difficoltà di condividere il gioco di immaginazione o di fare amicizia; all’assenza di interesse verso i coetanei.

Specificare la gravità attuale: Il livello di gravità si basa sulla compromissione della comunicazione sociale e sui pattern di comportamento ristretti, ripetitivi (vedi tabella dei livelli di gravità). Deficit persistente della comunicazione sociale e nell’interazione sociale in molteplici contesti, come manifestato dai seguenti fattori, presenti attualmente o nel passato:
Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi, come manifestato da almeno due dei seguenti fattori, presenti attualmente o nel passato:
1. Movimenti, uso degli oggetti o eloquio stereotipati o ripetitivi (per es., stereotipie motorie semplici, mettere in fila giocattoli o capovolgere oggetti, ecolalia, frasi idiosincratiche).
2. Insistenza nella sameness (immodificabilità), aderenza alla routine priva di flessibilità o rituali di comportamento verbale o non verbale (per es., estremo disagio davanti a piccoli cambiamenti, difficoltà nelle fasi di transizione, schemi di pensiero rigidi, saluti rituali, necessità di percorrere la stessa strada o di mangiare lo stesso cibo ogni giorno).
3. Interessi molto limitati, fissi che sono anomali per intensità o profondità (per es., forte attaccamento o preoccupazione nei confronti di soggetti insoliti, interessi eccessivamente circoscritti o perseverativi).
4. Iper- o iporeattività in risposta a stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell’ambiente (per es., apparente indifferenza a dolore/temperatura, reazione di avversione nei confronti di suoni o consistenze tattili specifici, annusare o toccare oggetti in modo eccessivo, essere affascinati da luci o da movimenti).
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